Ti guardo,
da un’immobile silenzio somma di mille incanti di ogni mio giorno.
Ti guardo, dall’alto del cumulo dei miei fallimenti
che sono stati meravigliosi, impagabili.
Ti guardo sognando quei tuoi giorni, simili ai miei, che i miei occhi non vedranno.
Ti guardo e mi emoziono per la vita che sarà al loro interno, fremente, vibrante.
TI guardo, sorridendo,
al tuo crescere di cui non ti accorgi,
al cambio delle stagioni che vivi e non sai,
al traguardo dei giorni che scavalcano i tramonti
e profumano di erba fresca
e delle primavere dei primi amori
Guardo il tuo primo ballo
che non avrà la forma di un vestito nuovo
e volgo lo sguardo altrove dal tuo primo bacio,
per pudore, amore e rispetto.
Cerco il silenzio, profondo e accorto, del sentire i tuoi anni a venire
mi chiedo, senza diritto o ragione, dei tuoi successi e dei tuoi fallimenti,
più ancora delle tue passioni,
che solo quelle ricorderai.
Vorrei dirti di amare.
Vorrei parlarti d’amore, di cui la terra è piena fino a tracimare.
Vorrei dirti del dolore, che non mancherà, e non deve mancare.
Vorrei portarti oltre e altrove, fremo perché tu sappia, farti vedere.
Ti guardo,
giocare al sorriso e sfidare il riposo,
stancarti e crollare per non reggere al sonno.
Ti guardo dolce alla vita, piccola e stremata da un giorno di primi giochi,
che cerca il sonno e il riposo.
Ti guardo
e vedo la vita passarti il mio cuore,
senza passione o ragione darti tempo e maniera.
Ora rallento, da qui vai da te, il più è fatica, ma c’è dentro un volare,
chiudi gli occhi, un respiro profondo, è il momento di andare.